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Quando si tratta di formazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro, sono molte le criticità da affrontare. Riuscire a motivare e coinvolgere le persone, nonché progettare percorsi formativi abbastanza pertinenti con gli scenari della vita reale, rappresentano sfide complesse e importanti. I corsi di formazione in realtà virtuale possono aiutare ad accrescere il coinvolgimento e a stimolare la consapevolezza, facilitando l’apprendimento delle competenze necessarie.
Ma come funziona la formazione in realtà virtuale? Quali sono i potenziali vantaggi per le aziende e il personale? Quali i contesti in cui è possibile implementarla con successo?
Immergiamoci in questo innovativo ed efficace approccio formativo, che promette di tracciare nuove strade nello sviluppo dei corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro.
L’e-learning, ovvero l’apprendimento tramite la rete e gli strumenti digitali, è ormai da tempo protagonista nei processi educativi e didattici. I corsi di formazione in realtà virtuale ne rappresentano un’evoluzione e “rivoluzione” lungamente attesa, di sicuro molto promettente.
È negli anni ’90 che la VR muove i primi passi, soprattutto nel comparto del gaming e dell’intrattenimento. Tuttavia, l’applicazione di questa tecnologia è sempre rimasta limitata ad ambiti di nicchia, poiché ancora non era chiaro cosa si potesse o volesse fare. L’ambito dell’addestramento professionale per la sicurezza sul lavoro sembra essere finalmente la risposta a una domanda rimasta inevasa per oltre 30 anni.
Il principio è lo stesso dei giochi interattivi. Con l’utilizzo della computer grafica, foto e riprese video a 360° è possibile progettare e creare ambienti 3D dove lo studente può immergersi con il suo avatar e interagire attraverso tecnologie evolute, come: visori con cuffia, joystick e, a seconda delle esigenze, guanti dotati di sensori reattivi, sedute rotanti o tappeti mobili.
In sostanza, si sfruttano periferiche hardware che consentano un’esperienza multisensoriale all’interno di realtà virtuali il più vicine possibile a ogni tipo di situazione e contesto lavorativo. Ma perché questo tipo di approccio può rappresentare un’evoluzione importante nell’ambito della sicurezza sul lavoro?
La partecipazione attiva e la componente ludica rendono i corsi di formazione in realtà virtuale più coinvolgenti e stimolano l’attenzione dei partecipanti. Il concetto è semplice, ma efficace: apprendiamo e ricordiamo meglio quello che viviamo in prima persona, rispetto a ciò che ci viene detto, leggiamo o vediamo in un filmato.
Infatti, guardare un video, o ascoltare qualcuno che parla, ci pone in uno stato passivo: siamo più propensi a vagare con la mente e a distrarci. Inoltre, grazie alla formazione con visori e ad altre apparecchiature tecnologiche, è possibile replicare contesti di lavoro e situazioni di pericolo che sarebbero troppo rischiosi da riprodurre nella realtà.
Spesso i termini realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR) si confondono o vengono usati erroneamente come sinonimi. In verità, la prima consiste in un ambiente totalmente simulato, che esiste solo all’interno di un software, mentre la seconda sfrutta delle grafiche interattive che si sovrappongono alla realtà esistente. Lo scopo è appunto “aumentare”. Quindi, arricchire e amplificare l’esperienza di fruizione con: animazioni, video, audio, immagini, istruzioni o informazioni.
Un esempio estremizzato, ma molto evocativo? Prendiamo spunto dal cinema: la realtà virtuale è come essere dentro “Matrix”, mentre la realtà aumentata è come indossare l’armatura di “Ironman”. Quindi, i due sistemi sono differenti, ma l’obiettivo è il medesimo: una formazione immersiva e di forte impatto.
Ancora oggi, sicurezza e salute negli ambienti di lavoro sono argomenti spesso percepiti dalle aziende come costi e oneri, non come investimenti e opportunità. Mentre, dal punto di vista del personale, i corsi di formazione sulla sicurezza vengono visti come un obbligo e destano poco interesse. Dopotutto, seguirli ha il solo scopo di ottenere un attestato necessario a svolgere le proprie mansioni lavorative.
In sostanza, si crede lascino poco sotto il profilo dell’arricchimento di conoscenze e competenze utili a scongiurare eventi che, purtroppo, possono rivelarsi drammatici, se non letali. I corsi di formazione in realtà virtuale agiscono positivamente su entrambi i fronti:
I contesti di applicazione dei corsi in realtà virtuale sono praticamente infiniti, poiché è possibile riprodurre scenari e attività in qualsiasi ambito:
Risorse come la Realtà Virtuale e la Realtà Aumentata hanno immense potenzialità, ma dietro le luci non mancano mai le ombre. L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, così come l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro, mantengono accesi dibattito e ricerca. Com’è giusto che sia. Quando sul piatto c’è la salute dei lavoratori, nulla dev’essere lasciato al caso.
Tuttavia, i corsi di formazione in realtà virtuale rappresentano un’opportunità unica in materia di sicurezza e salute. Promosso da Federsicurezza Italia, il progetto Parallelo45 è un network nazionale di centri di addestramento che lavorano in sinergia per garantire ai lavoratori una formazione pratica erogata con metodi esperienziali di alto livello.
Grazie alla professionalità di formatori qualificati e specializzati, proponiamo corsi di formazione in realtà virtuale per la sicurezza sul lavoro. L’obiettivo è rendere uniformi le pratiche di training a livello nazionale condividendo un ampio know how frutto di sperimentazione e innovazione continua.
Parallelo45 è attualmente presente a: Venezia, Verona, Pordenone/Udine, Rovigo, Perugia, Piacenza e Ragusa. Ma sono previste prossime aperture in altre regioni italiane. Se stai cercando un corso certificato per i tuoi dipendenti, o hai un centro di addestramento e vuoi partecipare al progetto, contattaci senza impegno. Saremo felici di conoscerti e mostrarti cosa possiamo fare insieme.
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