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I lavori in quota espongono i lavoratori a gravi rischi di caduta dall’alto. Per questo richiedono la massima attenzione e preparazione. Dunque, gli operatori non solo devono rispettare l’obbligo di indossare idonei dispositivi di protezione individuale, ma necessitano di un adeguato addestramento. Ecco perché risulta fondamentale approfondire ogni aspetto connesso tra formazione lavori in quota e DPI di terza categoria.
Come previsto dall’art. 18 del D.lgs. 81/2008, spetta al datore di lavoro dotare i lavoratori dei corretti dispositivi di protezione individuale e adoperarsi affinché dispongano dell’opportuna formazione, informazione e addestramento. Ma quali sono i dispositivi obbligatoti e necessari a preservare la vita degli operatori che svolgono lavori in quota? Cosa prevedono le normative di riferimento?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, di capire quali siano le situazioni che rientrano nella definizione di lavori in quota e i DPI di terza categoria previsti.
Per lavori in quota si intendono le mansioni in cui il personale opera a un’altezza superiore a 2 metri dal suolo o rispetto a un altro piano stabile. Il suolo, ovviamente, è il terreno o manto stradale. Il piano stabile, invece, è qualsiasi superficie di appoggio inamovibile. Le situazioni tipiche che rappresentano questo scenario sono:
– cantieri fissi o mobili;
– attività di edilizia, impiantistica, manutenzione e ingegneria civile;
– interventi di potatura degli alberi, ecc.
Come accennato in principio, i pericoli principali, e purtroppo gli eventi più frequenti, sono:
– caduta dall’alto;
– sospensione inerte;
– effetto pendolo;
– arresto del moto, con violenta sollecitazione trasferita dall’imbracatura.
Quando si parla di formazione lavori in quota e DPI di terza categoria, la prima associazione mentale, se non l’unica, è con le strutture verticali e sopraelevate.
Tuttavia, vi sono anche altre circostanze, come gli scavi o gli spazi confinati. Infatti, tali ambienti presentano simili fattori di rischio. Per le stesse ragioni, tra i rischi connessi alle cadute dall’alto, sono comprese anche le procedure su ponteggi o piattaforme mobili elevabili (PLE), oltre a tutti i lavori in sospensione su fune.
La normativa di riferimento per i lavori in quota è contenuta nel Titolo IV capo II del D.lgs. 81/08 (Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota). Tale normativa disciplina gli obblighi per datori di lavoro e dipendenti, come:
I DPI di terza categoria per lavori in quota sono tutti quei dispositivi necessari a proteggere gli operatori da danni permanenti o dal rischio di morte. Naturalmente, per rientrare in questa classificazione devono rispondere a precisi requisiti (conformi alle norme previste dal regolamento UE n. 2016/425), come descritti all’interno dell’art. 76 del D.lgs. 81/2008, il quale sottolinea che i DPI devono:
– rispondere a requisiti di ergonomia e adattabilità necessari alle esigenze dell’operatore;
– possedere capacità di prevenzione e protezione danni senza comportarne/aggravarne i rischi;
– essere adattabili in base alle necessità del luogo di lavoro e all’uso specifico;
– essere compatibili e integrabili in caso di utilizzo simultaneo con altri DPI e DPC (Dispositivi di Protezione Collettiva).
Inoltre, il D.lgs. 475/92 (aggiornato dal D.lgs. n.17 del 2019) attua il regolamento (UE) n. 2016/425 e definisce i requisiti per:
– progettazione e fabbricazione dei DPI;
– classificazione e processo per la Marcatura CE.
La classificazione dei DPI è stabilita per categorie di rischio crescenti:
– Prima categoria – indicati per attività a rischio basso o minimo.
– Seconda categoria – dispositivi che non rientrano nella prima e terza categoria.
– Terza categoria – proteggono dai rischi con potenziali conseguenze molto gravi, come la morte o danni irreversibili.
Dunque, restando in tema di formazione lavori in quota e DPI di terza categoria, secondo la normativa europea UNI EN 363:2019, i DPI anticaduta sono raggruppati in sistemi di:
– trattenuta e prevenzione della caduta dall’alto (cinture di trattenuta, cordini di sicurezza, connettori e ancoraggi fissi);
– posizionamento sul lavoro (cinture di sicurezza dorsali o cosciali);
– accesso a funi (costituiti da una fune di lavoro e una fune di sicurezza, separatamente collegate a punti di ancoraggio fissi);
– arresto caduta (composti da dispositivi assorbitori d’energia, con relative imbracature e moschettoni);
– salvataggio (comprendono funi di salvataggio, imbracature, dispositivi di sollevamento e ancoraggi fissi).
Inoltre, l’art. 115 del D.Lgs. 81/2008 stabilisce che nei lavori in quota, se non sono previste misure di protezione collettiva, o risultano insufficienti a prevenire il rischio di caduta, è necessario che i lavoratori utilizzino idonei sistemi di protezione individuale. Tali sistemi, non per forza presenti allo stesso tempo, dovranno essere conformi al regolamento (UE) 2016/425 e possono comprendere:
– imbracature;
– assorbitori di energia;
– connettori e cordini;
– dispositivo di ancoraggio e dispositivi retrattili;
– guide o linee vita flessibili;
– guide o linee vita rigide;
– elmetti, caschi e guanti.
Per la loro importanza e capacità determinante dal punto di vista della sicurezza, DPI e DPC sono soggetti a periodica manutenzione, ispezione, riparazione ed eventuale sostituzione.
Particolari situazioni professionali e relative attrezzature specifiche, esigono quindi adeguate competenze. Entriamo dunque nel dettaglio di ciò che lega formazione lavori in quota e DPI di terza categoria.
Sotto il profilo normativo siamo nello spazio dell’articolo 77 del D.lgs. 81/08. La durata del corso non è definita a livello normativo, può essere di 8 ore con una parte teorico/normativa e una di addestramento pratico. Nemmeno l’obbligo di aggiornamento è normato, è certamente opportuno svolgerlo periodicamente. La durata del corso completo, dell’aggiornamento e della frequenza con cui ripetere quest’ultimo dipendono molto dal contesto di lavoro cui si riferisce il percorso formativo, dalle mansioni e dalle attività previste.
Le esercitazioni devono essere effettuate in ambiti e condizioni che riproducano e simulino situazioni il più possibile vicine a quelle reali. L’obiettivo è apprendere le procedure per affrontare e gestire le mansioni in sicurezza, eliminando o riducendo i possibili pericoli. Dunque, un corso per lavori in quota e DPI di terza categoria deve contenere argomenti fondamentali quali:
– cenni tecnici e normativi sul lavoro in quota;
– elementi di valutazione del rischio;
– obblighi e responsabilità dei soggetti interessati;
– caratteristiche specifiche dei DPI di terza categoria, manutenzione,conservazione, verifica;
– corretto uso dell’equipaggiamento e dei Dispositivi di Protezione Individuale;
– procedure di soccorso e di emergenza.
Se dal punto di vista della formazione teorica non ci sono particolari problematiche organizzative, le aziende e i consulenti che si occupano di sicurezza sul lavoro incontrano diverse difficoltà quando si tratta di sviluppare la formazione pratica. Tuttavia, è proprio quest’ultima ad avere un peso notevole nella prevenzione del rischio nei lavori in quota.
Il progetto nazionale Parallelo45, promosso da Federsicurezza Italia, nasce con l’obiettivo di fornire ad aziende e lavoratori percorsi formativi a norma di legge, con soggetti formatori certificati. Attraverso la collaborazione sinergica di un network nazionale di centri di addestramento, possiamo garantire ai lavoratori una formazione pratica erogata con metodi esperienziali di altissimo livello.
Se stai cercando un corso per lavori in quota e DPI di terza categoria, contattaci senza impegno e sapremo consigliarti il centro di addestramento più vicino a te.
Il percorso formativo per i lavori in quota su funi è strutturato in modo da garantire la preparazione degli operatori e la loro sicurezza. I moduli si articolano secondo questo criterio:
I contenuti hanno lo scopo di approfondire i seguenti argomenti:
L’aggiornamento ha una durata minima di 8 ore (4 di teoria e 4 di pratica) da ripetere ogni 5 anni. Per finire, vi è il corso di formazione Preposti, come figure di sorveglianza, controllo e coordinamento nel lavoro su fune. Ha una durata di 40 ore (32 ore di formazione uguale ai lavoratori e 8 ore di formazione specifica).
I lavori in quota su funi presentano indubbi vantaggi per il completamento di particolari attività lavorative, ma sollevano numerose questioni relative alla sicurezza dei dipendenti, con criticità che variano a seconda della situazione.
Soddisfare le necessità di formazione teorica e pratica è fondamentale per evitare i rischi in qualsiasi settore. Tuttavia, sebbene non vi siano grossi problemi organizzativi sul piano teorico, le aziende e i consulenti che si occupano di sicurezza sul lavoro incontrano diverse difficoltà quando si tratta di formazione pratica. Ma è proprio quest’ultima ad avere un peso notevole nella prevenzione del rischio nei lavori in quota su funi.
Il progetto nazionale Parallelo45, promosso da Federsicurezza Italia, nasce con l’obiettivo di fornire ad aziende e lavoratori percorsi formativi a norma di legge, con soggetti formatori certificati. Attraverso la collaborazione sinergica di un network nazionale di centri di addestramento, possiamo garantire ai lavoratori una formazione pratica erogata con metodi esperienziali di altissimo livello. Se stai cercando un corso per lavori in quota su funi, contattaci senza impegno e sapremo consigliarti il centro di addestramento più vicino a te.
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