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In materia di sicurezza sul lavoro, i mass media ed in particolare il legislatore europeo – si pensi alla direttiva quadro europea 89/391 CEE sulla sicurezza e la salute dei lavoratori adottata nel 1989 –, e conseguentemente il legislatore nazionale, hanno dato negli ultimi tempi moltissima enfasi alla formazione, ergendola ad efficace barriera per prevenire incidenti e infortuni, nonché le malattie professionali.
La direttiva quadro europea 89/391 CEE sulla SSL, del 12 giugno 1989, ha rappresentato una tappa fondamentale nel miglioramento della salute e della sicurezza sul lavoro. Essa ha garantito prescrizioni minime in materia di salute e sicurezza in tutta Europa, sebbene gli Stati membri siano autorizzati a mantenere o stabilire misure più severe.
Due sono gli aspetti più notevoli di tale direttiva quadro:
– L’introduzione dell’obbligo di Valutazione dei Rischi specificandone gli elementi principali (individuazione dei rischi, partecipazione dei lavoratori, introduzione di misure adeguate aventi come priorità l’eliminazione dei rischi alla fonte, documentazione e rivalutazione periodica dei rischi sul luogo di lavoro, etc.)
– L’introduzione dell’obbligo della Formazione dei lavoratori
Poiché la formazione è efficace ma da sola non basta, deve entrare in gioco un altro strumento importante e troppo spesso lasciato in secondo piano: l’addestramento. Si pensi ad esempio:
– all’Allegato XXI del D.Lgs. n. 81/2008 in materia di ponteggi e di sistemi di accesso e di posizionamento mediante funi
– al D.I. del 15.07.2003, n. 388 in materia di pronto soccorso aziendale
– all’Accordo Stato-Regioni del 22.02.2012 in materia di talune attrezzature di lavoro
– all’Allegato II del D.I. del 22/01/2019 in materia di segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare; al D.I. 02/09/2021 in materia antincendio
– ecc.
L’addestramento ai fini strettamente prevenzionistici è un’attività più importante (ma non per questo sostituibile) della formazione. L’addestramento permette un apprendimento più rapido e resistente, in quanto basato sul concetto di modeling (la forma di apprendimento basata sull’osservazione del comportamento altrui mediante neuroni specchio). Sono gli stessi adulti che privilegiano le forme di apprendimento pratiche piuttosto che quelle teoriche; è più efficace “fare” piuttosto che “ascoltare”.
Per contribuire a risolvere i problemi della sicurezza sul lavoro, quindi, non basta fare formazione ma è necessario agire sulle cause radice che possono provocare comportamenti pericolosi. Alla formazione si aggiunge quindi l’addestramento pratico e, soprattutto, il frequente controllo con correzione, attraverso tecniche idonee, del comportamento dei lavoratori.
Seppur dalla maggior parte delle persone sia considerata un pregio a 360°, l’esperienza professionale cela dentro di sé una delle cause radice appena nominate.
Imprenditori e lavoratori esperti spesso si scandalizzano del fatto che un formatore voglia insegnare loro ad utilizzare macchine e attrezzature che usano da molti anni.
Per quanto l’esperienza, in questi termini, abbia un valore inestimabile, imprenditori e lavoratori non considerano una cosa: non sempre l’esperienza insegna la sicurezza. Anzi, spesso è proprio il contrario!
Non è un caso che gli infortuni sul lavoro a volte accadano ai lavoratori più preparati che, forti della loro esperienza e anche dell’abitudine, affrontano le situazioni di lavoro con maggior “disinvoltura”.
In questo senso, è opportuno ricordare che l’attività formativa esplicata attraverso i corsi obbligatori sulla sicurezza non vuole insegnare a usare macchine e attrezzature, ma vuole insegnare a utilizzarle in sicurezza. A prescindere dalle abitudini e dall’esperienza.
Come intervenire quindi su queste cause radice? Come educare con la formazione e l’addestramento, considerando tutti i fattori di resistenza che remano contro al vero apprendimento continuo?
Federsicurezza Italia ha compreso la situazione da anni e, anticipando i tempi, ha promosso e appoggiato il progetto Parallelo45 Italia. Con tale progetto sono stati avviati i Centri di addestramento Parallelo45, che uniscono la vera pratica al percorso didattico teorico.
In questi Centri i lavoratori si addestrano veramente utilizzando attrezzature, strumentazione e DPI di III categoria, testando in prima persona i rischi che possono derivare dall’errato utilizzo delle macchine. Contemporaneamente possono valutare i disagi e i propri limiti in condizioni difficili di lavoro; si tratta di limiti non valutabili con il solo apprendimento teorico.
Nei Centri Parallelo45 Italia, oggi a Perugia, Piacenza, Pordenone, Ragusa, Roma, Rovigo, e Verona, si formano e soprattutto si addestrano i lavoratori a seconda delle reali indicazioni e fabbisogni del committente.
L’approccio all’apprendimento di Parallelo45 non è quello di rispondere unicamente ai requisiti normativi dettati dall’art. 71, comma 7, e dall’art. 73 del D.Lgs. n. 81/2008, con conseguente rimando all’Accordo Stato-Regioni del 22/02/2012, ma di agire nel rispetto di quanto detto finora.
Infatti, l’addestramento opera sui fronti dell’uso in sicurezza delle attrezzature, ma anche su tutte le operazioni preliminari di controllo, manutenzione e verifica che sono collaterali ai requisiti di sicurezza. Queste operazioni normalmente sono dettagliate nelle buone prassi e nei manuali di uso e manutenzione, ovvero quei documenti spesso tralasciati e non presi in considerazione durante il lavoro.
Questo tipo di addestramento non solo si focalizza su macchine e attrezzature di lavoro, ma sviluppa anche situazioni di lavoro che richiedono il saper valutare, oltre al saper fare.
È così che, durante un corso per l’utilizzo, ad esempio, del decespugliatore, si affrontano tutte quelle attività preventive che contribuiscono a far sì che il successivo utilizzo dell’attrezzo avvenga effettivamente in sicurezza e includa:
– il controllo dell’area circostante
– la verifica del corretto montaggio del dispositivo di taglio (che, ricordiamo, può essere anche a lama)
– il controllo dell’integrità delle protezioni e dell’imbracatura
Appartengono all’utilizzo in sicurezza del decespugliatore anche le attività di manutenzione, come:
– il controllo della coppia conica e del suo ingrassaggio
– la verifica del serraggio di viti e bulloni
– la verifica della frizione e della marmitta
– la pulizia del filtro dell’aria
– la manutenzione del carburatore
– il controllo della candela
Federsicurezza Italia interpreta la formazione condividendo questi approcci ed è per questo che ha promosso e appoggia i Centri di addestramento Parallelo45 Italia, realtà in cui si è fortemente investito per creare allestimenti e attrezzature unicamente adibiti all’addestramento. Al loro interno troviamo:
– aree dedicate ai lavori in quota, con simulazioni di tetti dotati di linee vita, scale, tralicci, parapetti per tutte le attività di installazione e manutenzione che espongono i lavoratori ai rischi di caduta dall’alto
– strutture per l’accesso a spazi confinati, ambienti chiusi, bui e di difficile accesso, dove anche le pratiche di estrazione di lavoratori in emergenza sono oggetto di prova
– DPI di III categoria, per imparare a riconoscerli ed utilizzarli correttamente nei contesti che lo richiedono, come i due precedenti
– estintori e manichette in pressione, come da recente aggiornamento normativo, per lo spegnimento di fuochi controllati tramite appositi simulatori di diversi scenari di incendio
– percorsi per l’utilizzo in sicurezza di diverse tipologie di carrelli elevatori, con ostacoli e carichi di vario tipo
– piattaforme di lavoro elevabili, sia con che senza stabilizzatori, con prove indoor e outdoor per simulare tutti i possibili contesti di utilizzo
– ponteggi, da montare e smontare secondo diversi schemi di allestimento
– motoseghe e decespugliatori con i vari accessori, con situazioni di diverso livello in base alla complessità del contesto di utilizzo
– simulazioni di incroci stradali, con segnaletica orizzontale e verticale per gli operatori addetti alla pianificazione, al controllo e all’apposizione di cartelli di segnalazione di cantieri in presenza di traffico veicolare
– defibrillatori automatici e semiautomatici esterni (DAE) specifici per l’addestramento, con manichini collegati ad app che monitorano l’efficacia dell’intervento di soccorso da parte dei partecipanti.
Oltre a queste, molte altre sono le pratiche possibili nei Centri Parallelo45 Italia, enti di formazione in cui si sta cercando di uniformare ad un livello qualitativamente elevato un modo comune di fare addestramento di sicurezza sul lavoro.
Da evidenziare, infine, l’utilizzo della realtà virtuale, sfruttata per aumentare la consapevolezza e produrre nei lavoratori un’influenza a lungo termine sul comportamento sicuro, anche durante le sessioni di formazione puramente teoriche.
In un contesto dove la sicurezza sul lavoro è imprescindibile, emerge chiaramente che l’efficacia risieda nell’armoniosa fusione tra formazione teorica, addestramento pratico e periodico monitoraggio. Solo attraverso questa sinergia si può sperare di influenzare i comportamenti lavorativi e garantire un ambiente di lavoro veramente sicuro ed efficiente.
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